Mio figlio non sa cosa sia un’arma. E, forse, sto iniziando a pensare che potrebbe essere un problema. In casa nessuno gli ha mai parlato direttamente di quelle cose che sparano, feriscono uccidono, che si usano per fare la guerra e altre cose ancora peggiori. Nel suo libro dei castelli ci sono armi, non da fuoco, però, e la sua beata innocenza non arriva forse ancora a capire pienamente l’uso che se ne può fare. Servono solo “ai signori Blu” per conquistare il castello “dei signori Rossi”.
Nessuno guarda notiziari in TV, trasmissioni di cronaca nera, film, documentari e qualsivoglia altra cosa in cui compaiano armi in sua presenza. Neppure cartoni animati con mostri, lotte, guerre (neppure stellari) sono mai stati presi in considerazione. Nessuno l’ha mai dichiarato espressamente a tavolino o programmato nello specifico, ma avendo in casa un bimbo piccolo a tutti è sembrato naturale comportarsi così. Forse è naif da parte nostra; e d’altra parte prima o poi scoprirà cos’è una pistola, un fucile, un mitra.
Tipo ieri mattina: siamo saliti sul tram per andare a scuola e con noi è salito un militare in divisa. Se vedono spesso qui, con addosso la loro mimetica e il loro bagaglio, diretti presumibilmente verso un treno che li porterà al loro addestramento. Il ragazzo di ieri, però, aveva sulle spalle qualcosa che prima non avevo mai notato: un mitragliatore, al quale doveva anche prestare una certa attenzione per evitare che si conficcasse nella schiena di quelli che salivano e scendevano dal tram, o nell’occhio di qualche bambino.
Non mi interessa dilungarmi nelle disquisizioni classiche del “Ma come, è un paese neutrale e fanno anni di servizio militare obbligatorio, hanno bunker anti-atomici in tutte le case e armi da tutte le parti”. Ognuno ha la propria storia, la propria cultura, le proprie abitudini. Quello che a me può apparire folle a qualcun altro sembrerà la cosa più normale del mondo. Il mitra sul tram, però….